“Lavorare stanca” di Giacomo Poretti

Nei primi anni della mia attività nel mondo dello spettacolo, mi è capitato più di una volta che qualcuno del pubblico dopo l’esibizione di uno spettacolo di cabaret o di uno spettacolo teatrale mi facesse i complimenti e poi aggiungesse la domanda:
“ Bravo, ma che lavoro fai nella vita”?
“Lavoro nel teatro”
“Si, ma volevo dire, il lavoro lavoro…il lavoro vero”

Gran parte delle persone percepisce l’attività nel mondo del teatro come di qualcosa di particolare, una sorta di divertimento, di gioco, una parentesi, a cui prima o poi bisogna rinunciare per dedicarsi al vero lavoro, quello faticoso, noioso, frustrante, spesso alienante, come se tutte queste componenti fossero le prerogative di un lavoro serio e socialmente accettabile.

Così, per diverso tempo mi sono sentito addosso questo giudizio di essere una specie di lazzarone, di non lavorare.
Ironia della sorte quelli erano i primi anni che frequentavo il mondo del teatro e del cabaret, ed effettivamente si faceva una fatica tremenda a lavorare, a fare serate, a trovare contratti nelle compagnie teatrali. In capo a 2 anni ero sull’orlo della crisi e pensavo di ritornarmene in dietro all’Ospedale: da lì mi ero licenziato per trovare fortuna.

Piano piano ho capito che il mondo del teatro era il più difficile e il più arduo dei mondi lavorativi, con una percentuale di progetti naufragati e di fallimenti personali che rasentava l’80%. Sono stati anni molto duri, di povertà e senso di precarietà dolorosi, dove solo la giovinezza riusciva a mitigare con la sua spavalderia la serietà della situazione.
Ci è voluta molta insistenza, al limite della cocciutaggine, adattamento, e soprattutto una passione mai arrendevole per riuscire a vedere un po’di luce.

Ora ho compreso la domanda dello spettatore iniziale: sicuramente c’era anche una punta di invidia, perché lui percepiva un divertimento che sembrava inconciliabile con il lavoro.
Credo che avesse ragione, perché lavorare in teatro è dedicarsi ad un gioco, il gioco più bello della vita, ma anche il gioco più serio della vita.

Per la cronaca, quando vedo all’opera un pittore, un archeologo o un astronomo mi viene da fare la stessa domanda: “ Ma lei che lavoro fa nella vita”?