Il Terzo Pilastro – Intervento di Carlo Marchetti

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Comunità Milano, riunito il 14 gennaio scorso mi ha nominato all’unanimità alla Presidenza della Fondazione. Un passaggio di testimone con il Presidente uscente Giovanni Azzone in  continuità con  l’impegno assunto dalla Fondazione, all’atto della costituzione, verso i cittadini di Milano e delle aree Sud Ovest, Sud Est e Adda Martesana della città Metropolitana.

Ho assunto questo impegno con gratitudine, orgoglio e senso di responsabilità; una responsabilità verso le persone e la comunità cui la nostra Fondazione si rivolge, e che rappresentano la nostra ragion d’essere.

Dalla sua costituzione,  la Fondazione di Comunità ha basato la propria attività sull’ascolto e sull’azione, promuovendo un continuo dialogo con gli stakeholder e adottando un approccio fortemente “orientato al fare”.  Nei suoi due anni di vita, attraverso Bando 57 e #MilanoAiuta, ha sostenuto una pluralità di interventi – oltre 240 progetti per un valore di 10 milioni di euro -,  e consolidato il ruolo di player nel campo del welfare locale, nella città di Milano e delle aree metropolitane.

Un anno fa la pandemia è entrata nelle nostre vite, innescando una crisi che sta mettendo a durissima prova ogni aspetto del nostro vivere. Il lavoro, la scuola, i servizi, la famiglia: il senso stesso dello stare assieme. E come sempre, le emergenze diventano ancor più drammatiche quando colpiscono i tessuti sociali più deboli e compromessi; quelle realtà che hanno poca voce ma che costituiscono la priorità della nostra Fondazione.

Per questo intendiamo moltiplicare l’impegno e metterci in gioco, non solo nell’ottica  del pur doveroso sostengo economico al nostro territorio, ma svolgendo una funzione a tutto campo di aggregatore di risorse –  economiche e non –  da e per la comunità in cui operiamo. Un patrimonio per uno scopo; in questo noi riconosciamo la natura e la funzione-obiettivo della Fondazione di Comunità.

Il sostegno a progetti sul territorio non esaurisce, infatti, il compito della Fondazione, la sua funzione è costituire un patrimonio della comunità (incrementando le risorse donate grazie a Fondazione Cariplo che metterà a disposizione due euro per ogni euro raccolto a patrimonio) e attivare questo capitale a beneficio della collettività.

In una fase ancora densa di incognite, guardiamo oltre l’emergenza per riattivare quella  capacità di conciliare innovazione e accoglienza che da sempre è alla base dello sviluppo di Milano e della sua area metropolitana. Non abbiamo una soluzione, ma un obiettivo chiaro da perseguire: creare valore sociale,  favorire la partecipazione e incentivare la solidarietà tra le persone, esercitare  il diritto/dovere di ciascuno di contribuire al bene comune.

Come? Con gli strumenti che possiamo schierare: un approccio propositivo, uno stimolo all’innovazione e alla partecipazione attiva, un rinnovato impegno a contribuire alla coesione sociale.

Voglio citare in merito l’economista Raghuram Rajan che nel suo libro Il terzo pilastro, indica quale fattore di crisi della nostra società la perdita di equilibrio fra i tre pilastri su cui poggia: lo Stato, i mercati e le comunità locali. Ridare valore alle comunità locali è il modo per riequilibrare la società, e di conseguenza risanarla:  “…mentre la tecnologia ci mette il mondo a portata di mano, la soluzione per alcuni dei nostri problemi è aprirci a ciò che abbiamo vicino, cioè la nostra comunità. Le cose a noi vicine ci ancorano alla realtà, rivitalizzare ciò che abbiamo vicino è essenziale per preservare la nostra umanità”.